Le cause del successo degli ETF

Se c’è un prodotto finanziario che ha avuto maggior impatto all’indomani della progressiva dismissione dei conti deposito, questo non può che essere l’ETF

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Se c’è un prodotto finanziario che ha avuto maggior impatto all’indomani della progressiva dismissione dei conti deposito, questo non può che essere l’ETF.

L’acronimo di Exchange Traded Funds è uno strumento a disposizione degli investitori che nel corso degli ultimi dieci anni ha conquistato la fiducia dei risparmiatori prima e i mercati azionari poi. Si tratta di uno strumento in grado di accorpare all’interno di un unico titolo indicizzato una serie di azioni e poi di scambiarlo proprio come se si trattasse di un unico titolo indicizzato. In un regime favorevole, è quindi possibile che l’investitore possa acquisire la totalità di un paniere di titoli ottenendone al contempo il tasso di rendimento calcolato sull’acquisto singolo.

Il vantaggio della sottoscrizione degli Exchange Traded Funds sta nella possibilità di essere gestiti anche indipendentemente da investitori che conoscano le dinamiche del mercato finanziario. I più esperti potranno dunque fare a meno di una società di gestione attiva degli investimenti, mentre per i neofiti è comunque consigliato l’avvicinamento a suddette realtà del mercato finanziario nonostante le performance finali siano dichiaratamente inferiori a causa della percentuale di gestione che il contraente deve retrocedere.

Il successo degli ETF è stato testimoniato nel corso degli anni dal numero di fondi scambiati, che hanno gradatamente superato quello di titoli e azioni. In questo regime, gli investitori riescono a sperimentare maggiormente, puntando anche su mercati che si posizionano in maniera diametralmente opposta tra loro: dal tecnologico al bancario, passando per le tanto criticate criptovalute. A testimoniare la crescita anche i dati del Financial Times resi noti da Business Insider, secondo cui 25/30 azioni di trading nel corso di una giornata di contrattazione sono rappresentate da indici ETF. I grafici degli ETF non hanno mai conosciuto il segno meno dal 2005 ad oggi, a dimostrazione di una crescita importante e di una fiducia crescente da parte degli investitori.

Il successo degli ETF è giustificato dalla facilità di acquisto, paragonabile a quella delle azioni ma con l’importante variazione della diversificazione del portafoglio, vera arma in più a disposizione degli investitori moderni. A questo quadro si aggiunge un tasso sempre crescente di affidabilità. Se inizialmente gli ETF erano infatti destinati ai consulenti finanziari, nel tempo gli investitori hanno capito che per ottenere un risultato in termini di profitto è talvolta utile rischiare in prima persona evitando di coinvolgere consulenti e società di gestione. Da questo presupposto nasce il successo degli ETF.

L’ulteriore svolta al mercato degli ETF è la convenienza rispetto ai fondi comuni e agli hedge fund. Rispetto ai primi, infatti, gli Exchange Traded Fund fanno risparmiare il sottoscrittore in materia di costi di gestione, mentre, se comparati ai secondi, si supera la tradizionale struttura 2+20 per le commissioni, che prevede la possibilità che il gestore prenda per sé il 2% del patrimonio gestito e il 20% degli utili. Invece, il coefficiente di spesa degli ETF è mediamente dello 0.44 all’anno. Eliminando anche la decisione in merito alla selezione dei titoli, il sottoscrittore ne esce avvantaggiato, perché riduce i margini di errore e si concentra su un determinato settore ottenendo un paniere che potrebbe portare risultati importanti.

 

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