L’Ascoli Picchio? Il presidente Francesco Bellini è pronto a “svenderlo” per tre milioni di euro. Ma al momento nessuna trattativa è chiusa. Si è tenuta oggi pomeriggio, nella sede sociale di Corso Vittorio Emanuele, la conferenza stampa di Bellini, che, affiancato dal legale del Club Maria Cristina Celani, ha fatto chiarezza sulla questione relativa alla cessione dell’Ascoli Picchio, smentendo le indiscrezioni del Resto del Carlino Ascoli per la vendita sarebbe già stata decisa.
Il n. 1 dell’Ascoli ha esordito ufficializzando il trasferimento di Favilli alla Juventus, per poi passare alle questioni relative al futuro della società.
“Vi avevo preannunciato tempo fa – ha detto secondo quanto riportato sul sito ufficiale dell’Ascoli Picchio Fac 1898 – che sarei uscito dall’Ascoli, avrei dovuto farlo un anno fa. Per me è stata una decisione non facile, molto sofferta e oggi ho qui con me mio figlio, mia moglie e il Presidente dell’Ascoli Picchio International. Ho letto che in questi quattro anni avrei fatto i soldi con l’Ascoli: sono riuscito a recuperare un po’ con le cessioni di Orsolini e Favilli, è vero, ma dal 2014 ad oggi la perdita netta è superiore ai dieci milioni senza contare il Picchio Village, su cui abbiamo investito 4 milioni e che alla fine saranno 5. Dico questo per farvi capire quanto sia costoso gestire una società di calcio. Per quanto riguarda la cessione, tutto è stato avviato, abbiamo parlato con i potenziali acquirenti. In realtà ad essere interessati erano 6-7 gruppi, ad alcuni non abbiamo neanche risposto perché non c’era tempo. Abbiamo valutato tre proposte: la prima è stata quella di un gruppo svizzero, la Re-Outside, con cui c’è un accordo di principio firmato, ma che è saltato dalla nostra parte”. Sulla Re-Outside è intervenuto l’Avv. Celani: “Con Oliva c’era un accordo scritto di puntazione, ma la proposta è stata ritenuta non soddisfacente perché non supportata da idonee garanzie”.
“La seconda proposta” – ha continuato Bellini – “è quella di Bricofer, con cui c’è un accordo di principio, che è ancora distante dall’essere definitivo perché restano da definire aspetti importati come le condizioni di utilizzo del Picchio Village. Ho incontrato il Presidente di Bricofer e mi sembra molto interessato, c’è stata la stretta di mano, ma non vincolante e, se ci metteremo d’accordo su tutto, i nuovi prenderanno il controllo della Società. Il terzo gruppo, che era in vantaggio su tutti gli altri, è formato da un gruppo di avvocati romani, ma a farli desistere sono stati i costi di gestione per il mantenimento di una società in Serie B, quindi da questo capisci che non c’era un interesse pari a quello che avevo io”.
Sulla gestione ordinaria della Società e sui contratti in essere il Presidente ha detto: “Finché non ci sarà la firma tutto continuerà come prima. L’unico che andrà via, probabilmente a fine mese e per sua volontà, sarà Cardinaletti, che non sarà rimpiazzato perché il nuovo gruppo inserirà un nuovo dirigente. Su Giaretta e Cosmi decideranno i nuovi. Voglio rassicurare tutti i debitori, i calciatori, i fornitori e il personale che entro i prossimi trenta giorni saranno pagati. L’Ascoli sarà venduto senza debiti, noi in famiglia operiamo così. L’iscrizione al campionato la stiamo facendo noi; finché non ci saranno le firme sarò io il proprietario”.
A seguire il Presidente ha risposto alle domande dei giornalisti presenti.
Se dovesse saltare la trattativa? “Vorrà dire che mi vedrete un po’ di più, sarò qui finché non avrò trovato qualche acquirente. Non ci sono grandi ostacoli alla conclusione della trattativa con Bricofer, ma in genere gli accordi di principio non dovrebbero neanche essere annunciati: ieri non avevamo neanche finito la riunione e qualcuno aveva già parlato con voi giornalisti. Per questo sono qui a spiegarvi come stanno le cose, perché sono state scritte tante sciocchezze”.
Se non sarà Bricofer a rilevare l’Ascoli? “Ci sono alternative, ma ci vorrà tempo e finché questa situazione non si sarà risolta, farò del mio meglio per gestirla. Dovevo ripartire, ma io e mia moglie resteremo in città per vedere se con Bricofer funzionerà oppure no. Se cambieranno idea? Tutti possono cambiare idea, non c’è una carta scritta e quando verrà messo nero su bianco bisognerà verificare che sia conforme agli accordi presi. Comunque c’è un accordo e ci siamo dati la mano, l’accordo economico su molti punti c’è. Mi ha sorpreso che non ci sia stato un investitore locale che si sia fatto avanti. E vi dico che l’Ascoli è stato svenduto”.
A chi ha chiesto a quale prezzo sarà venduto l’Ascoli, il Presidente ha girato la domanda ai giornalisti presenti per poi concludere: “Il prezzo dell’Ascoli è molto inferiore a tre milioni, vi ho detto che l’ho svenduto. Quello che costa è il mantenimento della Società che costa più di tre milioni all’anno ed è questo a spaventare. Ascoli non è Bari, è una città piccola, che fra l’altro si è impoverita e questi aspetti influiscono molto sui costi di gestione”.
A quanto sarebbe ammontato il debito dell’Ascoli senza la vendita di Favilli e Orsolini? “Credo a circa 20 milioni. Considerate che questi due calciatori sono stati venduti ai prezzi più alti della B”.
Cosa ha spinto Bricofer ad avvicinarsi all’Ascoli? “Non lo so, chiederete a loro. Hanno fatto da sponsor già ad altri club. Le persone che sono dietro Bricofer conoscono il calcio”. Lovato? “E’ con loro, sì”.
Il calciomercato? “Ora stiamo perdendo dei giocatori che quando hanno saputo che sarei andato via hanno detto di voler andare. Comunque a fine mese ci saranno i riscatti e contro riscatti e ce ne occuperemo noi, cercheremo di riscattare Pinto, stiamo negoziando”.
Che accordo dovrà esserci per il Picchio Village? “L’affitto per cinque anni alle stesse cifre che pagava l’Ascoli Picchio”.
Il nuovo management da chi sarà formato? Ci saranno ascolani? “So chi saranno i dirigenti, ma sarà la Bricofer a dirvelo. Non so se dietro ci sono ascolani. Io ho chiesto ai miei partners se volevano acquistare l’Ascoli, ma mi hanno detto di no: ripeto, il prezzo è irrilevante, ciò che costa è la gestione della società. Io venderò il mio 90% di quote. C’è poi la clausola di trascinamento, in base alla quale se gli altri due soci vorranno vendere le loro quote potranno farlo, altrimenti resteranno”.
NOTA: IL PRESENTE RESOCONTO E’ TRATTO DAL SITO UFFICIALE DELL’ASCOLI PICCHIO
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