Giornata mondiale del Risparmio, gli italiani restano formichine

Edizione numero 94 per l'appuntamento, che come di consueto è anche il momento di scattare una fotografia sul rapporto tra italiani e capitali

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Giunge all’edizione numero 94 la Giornata mondiale del Risparmio, che come ormai di consueto è anche il momento di scattare una fotografia sul rapporto tra italiani e capitali, sia investiti che risparmiati. La tendenza resta quasi sempre quella a essere formichine, ma si fanno largo anche le nuove forme di investimento digitale.

L’online sbarca anche nella finanza

È in particolare l’ultimo studio della Assosim, la Associazione Italiana Intermediari dei Mercati Finanziari, a centrare l’attenzione sulle dinamiche del trading online, un fenomeno che conquista sempre più persone: in particolare, oggi questa forma di investimento rappresenta ormai il 40 per cento del controvalore scambiato su azioni italiane, con prospettive ulteriori di crescita.

Cresce il peso degli investimenti online

Un mercato piuttosto concentrato, visto che dai soli primi 5 broker online del nostro Paese passa il 10 per cento dei volumi scambiati sul mercato azionario principale, come rivelato da Borsa Italia, e in cui l’affidabilità di queste piattaforme virtuali è fondamentale per essere tutelati ed evitare brutte sorprese. Per avere un quadro del panorama si può trovare un riferimento sul sito Investingoal, dove leggere le migliori recensioni sui broker operanti in Italia e ritrovare le informazioni necessarie per mettere al sicuro i propri capitali.

Ma resta forte la tendenza al risparmio

Se, dunque, almeno una parte di italiani è attenta alle nuove tendenze e “smanetta” con le piattaforme online, la gran parte dei nostri connazionali preferisce approcci più tradizionali o addirittura cauti: proprio in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) e Ipsos hanno diffuso un report sulle abitudini in atto nel nostro Paese, sintetizzabile in una tendenza molto evidente, ovvero si risparmia sempre di più e si consumano sempre di meno.

Gli studi nella Giornata Mondiale del Risparmio

Il presente appare come un periodo complesso e contraddittorio e la crisi non sembra definitivamente superata; al contrario, il sentiment comune è di dover affrontare ancora almeno altri quattro anni di crisi. La prima conseguenza la si nota sulle decisioni di risparmio e di consumo degli italiani, inevitabilmente condizionate dal contesto di incertezza: per l’86 per cento degli abitanti nazionali è molto forte la tensione al risparmio, ovvero il desiderio di risparmiare; quasi 4 persone su 10 dichiarano di non vivere tranquilli se non mette da parte una quota di risparmi e diminuiscono al 37 per cento coloro che consumano tutto il reddito. Tendenza in ribasso anche per le persone che intaccano il risparmio accumulato (meno del 15 per cento), mentre al contrario aumenta chi ricorre a prestiti.

L’ottanta per cento degli italiani risparmia

Gli effetti sono evidenti soprattutto sui consumi: le scelte di spesa sono diventate più guardinghe e accorte, portando anche a un freno alla tendenza al recupero dei consumi che si era registrata negli anni precedenti. Approfondendo l’analisi delle abitudini degli italiani, continua a essere prevalente la preferenza per la liquidità, che riguarda quasi 2 connazionali su 3, ma aumenta di 4 punti percentuali il numero di quanti preferiscono investire una piccola parte di risparmio.

Ma c’è chi decide di investire

Su questo ultimo fronte, come accennato in precedenza, ci sono varie tendenze in atto e secondo lo studio di Acri e Ipsos “l’investimento ideale non esiste più” perché le forme sono varie: sono individuati infatti tre gruppi quasi omogenei di persone, tra chi guarda con timore alla finanza, chi si orienta sul classico mattone e chi invece predilige prodotti finanziari più sicuri ma dal rendimento meno alto. Infine, c’è un rimanente 7 per cento di italiani che guarda con fiducia e indica come “ideali” gli strumenti finanziari più rischiosi.

 

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