Elettrosmog? In casa ci si protegge con la carta da parati…

Gli studi scientifici sull’argomento dicono cose spesso contrastanti, ma l’inquinamento elettromagnetico non è certo positivo per la salute umana e molti corrono ai ripari

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Carta parati Guardia

Di questi tempi si fa un gran parlare – spesso purtroppo anche a sproposito – di 5G, la nuova tecnologia che promette di potenziare notevolmente i dati trasmessi in mobilità. Ma di pari passo con il progredire della tecnica e degli strumenti che consentono di trasferire informazioni via etere cresce la paura di esporsi a fonti di inquinamento elettromagnetico, le cui conseguenze sulla salute umana sono oggetto di diversi studi dagli esiti contrastanti, e comunque sono poco note al grande pubblico. Ecco perché è comprensibile che molti decidano, pur senza rinunciare alla modernità, di applicare alcune precauzioni. Di seguito vediamo brevemente di capirci qualcosa in più…

ELETTROSMOG, DI CHE PARLIAMO?

Con il termine “inquinamento elettromagnetico”, o più comunemente “elettrosmog”, si intende il fenomeno della diffusione nell’ambiente di radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, con un intervallo di frequenze che va da 0 Hertz (campi statici) fino alle radiazioni visibili, come i laser. Come indica il nome parliamo di un concetto connotato negativamente, ma basta controllare le fonti più autorevoli per capire come la questione sia più complicata. I campi magnetici – è vero – possono avere effetti negativi sulla salute umana, lo sostengono molti studi e si tratta di teorie ormai scientificamente ormai validate. Ma quali campi (o quali oggetti) esattamente producano questi effetti e quali siano esattamente le conseguenze dell’elettrosmog sull’ambiente e sull’uomo è materia decisamente più controversa.

Uno degli esempi più evidenti sono i telefoni cellulari. Secondo l’Oms, ad oggi, non ci sono prove che producano effetti dannosi sulla salute. Ma diversi tribunali, anche italiani, sembrano talvolta pensarla diversamente, e non mancano casi di sentenze che indicano come un utilizzo intensivo del cellulare possa addirittura avere effetti cancerogeni. Chi ha ragione? Difficile dirlo, tanto più nello spazio breve di un articolo di carattere divulgativo. Ma di certo oggi sarebbe inimmaginabile un mondo senza cellulari, connessioni wi-fi, antenne che ripetono segnali (tv, satellitari, internet), radio, tv e via dicendo. Pura fantascienza. E l’importanza di queste tecnologie è stata ancora più evidente a tutti durante la solitudine forzata del lockdown provocato dal Coronavirus, in cui tali strumenti sono stati gli unici che hanno consentito a molti di dialogare, vedersi e lavorare.

Ciò non toglie che agire con precauzione, in presenza di effetti non del tutto noti, sia sempre un principio di buon senso: comprensibile e perfino consigliabile. Da qui la decisione di molti di adottare, oltre a uno stile di vita sano – buone pratiche concrete per contrastare l’elettrosmog, che – comunque la si pensi – non è certo un fattore benefico per la salute.

LA PROTEZIONE DALL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO IN CASA

Elettrosmog

Uno dei possibili effetti dell’elettrosmog, nelle persone ipersensibili, è quello di mal di testa e disturbi del sonno. Ma chi ha figli, certamente, è preoccupato anche di garantire loro un livello di sicurezza massimo anche contro rischi solamente potenziali. Ecco perché – non potendo spegnere i router e  cellulari – molti scelgono per alcune stanze di casa soluzioni come la carta da parati Guardia, che isola gli ambienti e garantisce una protezione dall’inquinamento elettromagnetico.  Guardia, forma una sorta di scudo elettromagnetico e promette di bloccare fino al 99 per cento delle radiazioni, isolando parti della casa, ma anche prevenendo le interferenze Rfid (quelle di telepass, lettori di codici a barre o sistemi di controllo accessi, per capirci) tra il magazzino e gli spazi dedicati alla vendita per le attività commerciali. Parliamo in apparenza di una normale carta da parati in tessuto di colore grigio: è realizzata, però, con fibre di carbonio che fanno da schermo, trasformando le radiazioni ad alta frequenza in calore. Un oggetto già in uso in molti ospedali, che ora però inizia sempre più a entrare nelle case degli italiani.

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