Dal cosmo agli abissi: l’arte totale di Mario Vespasiani

Domenica 21 luglio nel giorno del cinquantesimo anniversario dell'allunaggio, si è aperta presso la Galleria Marcantoni di Pedaso la mostra

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Dal cosmo agli abissi: l'arte totale di Mario Vespasiani, foto da ufficio stampa
Domenica 21 luglio nel giorno del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio, si è aperta presso la Galleria Marcantoni di Pedaso la mostra di Mario Vespasiani, realizzata appositamente per il luogo e che è già considerata la più convincente esposizione dell’estate 2019. Un progetto di altissimo livello che conduce la pittura ad innovazioni formali sorprendenti. Vespasiani si conferma tra i pittori più autorevoli e con queste nuove opere sintetizza il linguaggio estetico, attraverso la metafora del mondo marino e con la sua solita raffinatezza rende luminosa e suadente la pittura ad olio, evanescente come nell’antica tradizione cinese e poetica, quando percorre la via d’evoluzione dell’insegnamento di Cy Twombly.
 
Underworld è il titolo del ciclo che racchiude gli inediti lavori su carta nei quali l’artista ha interpretato il mondo sommerso, sia marino che interiore. Ha concepito per le due sale espositive – una completamente bianca e l’altra dalle pareti nere – altrettanti “fondali” che danno un senso di continuità con lo spazio, ora ipnotico e fluttuante come un acquario. Pesci e meduse, figure fantastiche e reperti archeologici assumono altra valenza, di sogni come di rivelazioni, difatti Vespasiani erede di una conoscenza che attraversa i secoli, impiega la sua arte come trasmissione dei moti dello spirito, nel portare alla luce ciò che deriva dagli archetipi, dall’origine. 
 
La serie dei dipinti si presenta come una vera immersione nel mondo dell’inconscio e la sua ricerca si basa sul sapere delle grandi tradizioni, a livello sia concettuale che pratico. La sua pittura esprime le conquiste del pensiero occidentale e la delicatezza del tratto orientale, la decisione del segno insieme alla raffinatezza dell’uso delle tonalità cromatiche, che lo collocano tra i più autorevoli maestri del colore delle ultime generazioni. E al pari di un pesce Vespasiani sembra possedere una proprietà naturale che gli fa spalancare gli occhi sul mondo, come se la sua evoluzione lo avesse portato a fare a meno della palpebra, per non perdere un solo istanteL’autore ha dato sempre massima importanza ai titoli delle mostre, funzionali nell’introdurre il progetto e anche in questo caso il termine inglese Underworld si apre a più significati, intendendo un mondo sommerso ma anche rischioso, che può riguardare l’aldilà e apparire infinito.
 
Il fatto di voler mettere in evidenza il rapporto tra le due stanze bianco e nere ha un chiaro riferimento nel Tai-chi cinese, simbolo della polarità yin-yang, giorno e notte, dove ogni essere è miniatura del macrocosmo che lo contiene. Chiamati anche “i due pesci Yin e Yang“, ogni parte include un punto rotondo, che raffigura il seme del principio opposto nel loro alternarsi e compenetrarsi. Ma le attinenze non si limitano solo all’aspetto filosofico-naturalistico ma anche a quello storico-spirituale: secondo la religione cristiana i pesci furono salvati dal giudizio per la loro innocenza e il Cristo stesso è stato raffigurato come pesce e pescatore (di uomini). In Medio Oriente la Grande Madre di Efeso era rappresentata come una donna che portava un amuleto a forma di pesce davanti al sesso; in Cina, la Grande Madre Kwan-yin  era anch’essa raffigurata in forma di pesce. In India Kalì è chiamata «colei che ha occhi di pesce» e l’animale in questione è anche un simbolo di Visnù. 
 
In una pittura ad olio che sa smaterializzarsi, sono evidenti gli insegnamenti dello Zen che raccontano di una natura con cui entrare in contatto, della spontaneità e dell’ispirazione: l’artista li riassume in quattro passaggi – lavorare con abbandono, per cogliere le risorse interiori, facendo quello che si deve, consapevole del momento presente.
 
Galleria Marcantoni 
Arte moderna e contemporanea
Via Carducci 27
Pedaso (FM)
 
dal 21 luglio al 15 settembre 2019
orari di apertura: tutti i giorni dalle 18 alle 20
info e prenotazione visita: 340.6263218
catalogo in galleria
Dal cosmo agli abissi: l’arte totale di Mario Vespasiani, foto da ufficio stampa

Mario Vespasiani (1978) è un artista visivo italiano.

Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. 
 
Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia, sugli artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell’Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Per essere stato tra i primissimi artisti ad aver impiegato la sua impronta pittorica ai nuovi materiali e alle recenti tecnologie, viene inviato nel 2012 dall’Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L’essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all’iPad. Nello stesso anno con le opere realizzate mediante l’iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli e di seguito alle storiche rassegne d’arte nazionali: nel 2014 al Premio Sulmona, nel 2015 al Premio Vasto, nel 2018 al Premio Marche.
 
Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli, in mostre intitolate La quarta dimensioneHa esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie, libri e oggetti d’arte, che tratta del rapporto della presenza femminile nell’ispirazione artistica, la cui trilogia è stata presentata a fine 2017 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. 
Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli, la cui performance si tiene nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e in un happening sulla cima di un’antica torre. 
 
Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell’Assunta collegato alla personale Empireo. Nel 2016 è l’ideatore del festival sul pensiero contemporaneo La Sibilla e i Nuovi VisionariNel 2017 è stato in mostra a Venezia e Monaco di Baviera nella collettiva Our place in space promossa da NASA ed Esa che prosegue nel 2018 in un tour mondiale. Nello stesso anno organizza Indipendenti, Ribelli e Mistici, una rassegna di incontri interculturali che ha coinvolto numerosi studiosi provenienti da vari ambiti. Sempre nel 2017 il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle ha celebrato il quarantennale con la sua mostra personale dal titolo Fly Sky and Air.  Nel 2018 inaugura la mostra Lepanto dedicata alla famosa battaglia, nel Museo Diocesano di Gaeta dove è conservato lo stendardo della flotta. Nel maggio 2019 è stato presentato al Museo d’Arte contemporanea di Roma (MACRO) il quarantesimo libro dedicato al suo lavoro.
 
La sua indagine artistica non ha riferimenti analoghi nel panorama contemporaneo per tematiche, scelte espositive e collaborazioni.  Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Quarantuno sono ad oggi le pubblicazioni personali, che dall’esordio, hanno documentato in maniera metodica la sua ricerca.

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