Dai Carraresi ad Ascoli, lunedì la presentazione del libro di Rigon

Lunedì 28 maggio, alle ore 17.00, presso la Sala dei Savi - Palazzo dei Capitani (Ascoli Piceno) verrà presentato, a cura dell'autore Antonio Rigon il libro "Gente d'arme e uomini di chiesa. I Carraresi tra Stato Pontificio e Regno di Napoli (XIV - XV sec.)"

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La copertina del libro di Antonio Rigon
La copertina del libro di Antonio Rigon

Lunedì 28 maggio, alle ore 17.00, presso la Sala dei Savi – Palazzo dei Capitani (Ascoli Piceno) verrà presentato, a cura dell’autore Antonio Rigon il libro “Gente d’arme e uomini di chiesa. I Carraresi tra Stato Pontificio e Regno di Napoli (XIV – XV sec.)”. Interranno il prof. Aldo Settia e il prof Francesco Pirani. Coordinerà il Prof. Giuliano Pinto (Università di Firenze). All’incontro sarà presente anche il Sindaco Guido Castelli.

Aldo Settia

Professore emerito di Storia Medievale e massimo esperto di Storia militare nel Medioevo in Italia

Francesco Pirani

Ricercatore di Storia Medievale all’Università di Macerata, affianca all’attività di ricerca anche la didattica. Insegna Storia Medievale nella stessa Università, presso il Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo.
Rivolge prevalentemente le sue ricerche sulla storia istituzionale, politica e sociale delle Marche nel basso medioevo e sulle strutture politiche e amministrative dello Stato e della Chiesa.

RIGON, Gente d’arme e uomini di Chiesa. I Carraresi tra Stato Pontificio e Regno di Napoli (XIV-XVsec.), Roma, Istituto storico italiano per il Medio Evo, 2017.

Un libro di storia, rigorosamente documentato, che si legge come un romanzo. Protagonista è Conte da Carrara, figlio illegittimo di Francesco il Vecchio signore di Padova e di una sua amante imparentata con gli Scrovegni. Avviato dal padre agli studi di diritto canonico e alla carriera ecclesiastica (fu arciprete della cattedrale), preferì il mestiere delle armi e divenne dapprima condottiero degli eserciti carraresi e in seguito capitano di ventura al soldo di papa Bonifacio IX, operando prevalentemente nelle Marche (Macerata, Fermo, Ascoli) e in Umbria. Ingaggiato dal re di Napoli Ladislao d’Angiò Durazzo, nel 1405 fu da lui nominato viceré degli Abruzzi e, a servizio del sovrano, che lo ebbe molto caro, ne assecondò sul piano militare la politica espansiva nelle terre dello Stato pontificio. Altra figura di spicco è Stefano da Carrara vescovo di Padova, figlio illegittimo di Francesco Novello ultimo signore di Padova. Costretto ad abbandonare la città dopo la conquista veneziana nel 1405, passò alla sede vescovile di  Nicosia e poi a quella di Teramo. È così che, nel secondo e terzo decennio del Quattrocento, tra Marche e Abruzzo si costituì un ampio dominio carrarese, in particolare dopo che, alla morte di Ladislao (1414), Conte da Carrara si impadronì di Ascoli e fu riconosciuto dal papa vicario pontificio della stessa Ascoli oltre che di Offida e Rotella. Diventato di fatto signore della città picena, il Carrarese rafforzò il proprio potere con la presa e il controllo di una trentina di castelli a sud e a nord del Tronto, nel Teramano, alle pendici della Maiella e nell’Abruzzo Citeriore sino al fiume Sangro. Assieme ad Offida, dove tuttora rimangono importanti tracce iconografiche della presenza carrarese, un ruolo di primo piano nelle strategie di potere di Conte (riprese dopo la sua morte nel 1421 dai figli e successori Ardizzone e Obizzo), ebbe anche Civitella del Tronto, eroicamente difesa da Gentilina Migliorati, moglie di Obizzo da Carrara, il quale nel 1426 si era dovuto arrendere alle truppe papali che avevano assediato Ascoli. La signoria carrarese in Padova e ad Ascoli; i rapporti con città, signori e sovrani; la vita di corte, la guerra mercenaria e i condottieri; la sorte dei figli illegittimi nelle famiglie signorili, la Chiesa all’epoca del Grande scisma d’Occidente: sono questi alcuni dei temi che si delineano seguendo le vicende dei protagonisti del libro. In un voluto intreccio fra quadri generali ed e eventi, tra storia politico-diplomatica e storia sociale e della cultura nell’età dell’umanesimo emergono, come in un grande affresco, gli aspetti essenziali di un intero periodo della storia italiana, destinati a perpetuarsi oltre il medioevo.

NOTA: Antonio Rigon. Già professore ordinario di Storia medievale nell’Università di Padova, è Presidente della Giuria-Comitato scientifico dell’Istituto superiore di studi medievali “Cecco d’Ascoli”. Tra le sue più recenti pubblicazioni va segnalato il volume Antonio di Padova, Ordini Mendicanti e società locali nell’italia dei secoli XIII-XV, Spoleto, CISAM, 2016, 458 pp.

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